Fu sul finire del 1962 che ad alcuni volonterosi tra i quali, Adriano Jäger proprietario del Lido di Capolago e Vincenzo Consoli, nacque l’idea di costituire un gruppo di salvataggio sul basso Ceresio.
Nel 1963 il gruppo era costituito come sottosezione della Croce Verde di Mendrisio e fu subito un successo. Già in quell’anno ci furono numerosi interventi di recupero d’annegati, poiché era il grande boom turistico e non esistendo piscine nel nostro distretto, tutti gli indigeni si riversavano sulle rive del nostro lago. Gli interventi erano numerosi ed erano effettuati via strada con la vecchia ambulanza, non disponendo di un motoscafo.

Nell’ottobre 1963 ci fu l’inaugurazione della sede al Lido di Capolago che, grazie all’aiuto benevolo di privati, ci fu possibile ottenere. Ci istallammo con tutte le nostre attrezzature al lido, dove, i coniugi Jäger, ci misero a disposizione alcuni locali.

Lo stesso periodo ci fu gentilmente regalato il nostro primo motoscafo, un entrobordo di legno, dal Signor Camponovo.

L’importanza e la necessità di una sezione di salvataggio fu confermata anche negli anni seguenti con il recupero di numerose vittime, che purtroppo, per il tempo limitato d’intervento atto a salvare la vita, ci impediva e ci impedisce tutt’ora di arrivare a tempo sul luogo delle disgrazie. Per questo motivo si potenziò l’istruzione di salvataggio su larga scala in modo da creare dei possibili salvatori in ogni nuotatore.

Si operò anche fuori della nostra zona di sorveglianza, in particolar modo quando nel 1965 ci fu la disgrazia dello “squalo tigre” nelle acque del Verbano.

Il 1967 si rivelò, per la salvataggio, un anno decisivo. Infatti, vi fu la scissione dalla Croce Verde Mendrisiotto e d’allora si tracciò una strada indipendente ed autonoma pur mantenendo stretti vincoli d’amicizia che ancora oggi rimangono invariati. L’assemblea costitutiva dell’attuale SSSM data il 14.11.1967. alla presidenza fu nominato Dr. Giancarlo Rossi di Mendrisio.

Nel giugno 1969 si inaugurò il primo vessillo della salvataggio, il “gagliardetto”.

Il 1970 fu contraddistinto dall’acquisto di un nuovo motoscafo che si rivelò azzeccato. Sul fronte degli annegamenti si riscontrò qualche miglioramento rispetto agli anni precedenti grazie alle campagne preventive effettuate nei lidi e campeggi.

Nell’anno 1971 vi furono le dimissioni da presidente dr. Rossi e vi seguì la nomina dell’amico Lorenzo Wullschleger.

Nel 1972 la salvataggio decise la costruzione di una nuova sede, più confacente ai bisogni che si presentavano. Fu nella primavera/estate 1974 l’inaugurazione della sede di Riva San vitale costataci ca. 90’000.- Fr.

Negli anni seguenti si ebbero meno vittime e fummo confrontati al problema tecnico del recupero di auto cadute nel lago, allargando così la diffusione del nuoto di salvataggio.

Nel 1978 ci furono le dimissioni da presidente di Lorenzo Wullschleger e la nomina dell’attuale presidente Adriano Pizzagalli. Vi fu un rilancio dell’attività e un potenziamento delle strutture con l’acquisto di ricetrasmittenti che ci assicurò una migliore prontezza d’intervento.

Nel 1980 si sentì la necessità di un nuovo motoscafo, più veloce e meglio attrezzato per gli interventi, che tutt’oggi nonostante gli acciacchi, naviga sulle acque del nostro beneamato Ceresio.

Gli anni 80 si contraddistinguono per il potenziamento di tutte le attività della sezione. L’istruzione di salvatori esperti, ma soprattutto grazie ai corsi per giovani salvatori e l’avvicinamento di giovani nelle scuole, permise di diminuire drasticamente gli incidenti nelle nostre acque. L’obiettivo primario della sezione si affermava sempre più come quello di fornire conoscenza dell’ambiente acquatico al fine di prevenire gli incidenti. L’istruzione nelle scuole e durante il periodo estivo nelle piscine comunali del Mendrisiotto, permetteva da un lato di formare un gran numero di ragazzi e nello stesso tempo di attingere a nuova linfa vitale per il naturale ricambio dei soci.

In effetti, ai giorni nostri, restano nella sezione pochissimi Senior, alcuni dei quali con barba e capelli bianchi che funzionano da memoria storica. Questi soci trascinatori, ancor oggi, fungono da esempio quanto ad abnegazione ed attaccamento alla società. Nonostante gli sforzi degli istruttori nel diffondere le regole di comportamento da tenersi in acqua, un certo numero di annegamenti permaneva.

Purtroppo, la ricerca delle salme obbligava la sezione a incrementare il numero dei sommozzatori ed accrescerne la formazione. Per garantire la sicurezza durante le immersioni di ricerca, anche l’attrezzatura subacquea utilizzata evolveva con le tecniche.

E’ con l’inizio degli anni 90 che si rendeva necessaria la sostituzione del compressore per la carica delle bombole subacquee. Non permetteva una sufficiente velocità di ricarica durante gli interventi di ricerca e l’usura dovuta all’utilizzo gravoso rischiava di impedirne il funzionamento. Il tempo limitato d’intervento atto a salvare la vita necessitava di un maggior numero di sommozzatori impiegati nelle ricerche a catena e quindi il potenziamento del compressore permetteva dei tempi di ricerca notevolmente più corti.

Verso la metà degli anni 90 la sezione acquistò, in collaborazione con la Croce Verde di Mendrisio, 5 ricerca-persone che permettevano l’immediato intervento dei soci in caso d’allarme per incidente. Ad oggi tutti i soci della sezione Mendrisiotto sono equipaggiati di un ricerca-persone che permette l’intervento 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno.

Nell’estate de 1998 grandinata del secolo!

Come altri anche noi ne siamo stati colpiti. La salvataggio faceva “acqua dappertutto”. Tetto distrutto, mobilio e sistemi di radioricezione da sostituire. Un vero disastro!

La fine degli anni 90 sono stati caratterizzati dalla sempre più stretta collaborazione con la Polizia Lacuale, aiutandoci reciprocamente durante le ricerche subacquee.

Nello stesso periodo, un certo numero di maschere subacquee Gran Facciale provviste di un sistema di comunicazione, permettevano di interagire sia sott’acqua sia con la superficie, migliorando in questo modo le attività di ricerca.

Con il passaggio al nuovo millennio anche la Società di Salvataggio sezione del Mendrisiotto migliorava il suo potenziale d’istruzione, introducendo nuove possibilità di brevetto, tra i quali, quello riguardante l’immersione in apnea, il Free Diver, la rianimazione cardio-polmonare e i primi soccorsi, oltre alla possibilità di formarsi quale istruttore di salvataggio.

Nell’ambito subacqueo, grazie all’alto livello del corpo insegnante, vi è la possibilità di apprendere tutti i livelli sino a raggiungere quello d’istruttore subacqueo.

Nel corso degli ultimi anni anche i natanti hanno iniziato a mostrare le prime “rughe”. Il battello principale, acquistato nel 1980, ha visto la sostituzione dei motori e innumerevoli interventi di riparazione per mantenerne l’efficienza.

Il 2002 ha visto l’introduzione di un nuovo natante d’intervento veloce, acquistato presso l’arsenale militare, restaurato ed equipaggiato secondo le nostre esigenze, grazie all’alto volontariato e alla pazienza di alcuni nostri soci che hanno sacrificato molte ore del loro tempo libero.

 Il 27 novembre 2002 resterà una data da ricordare per la nostra sezione.

Il lago esondato, ha segnato in maniera indelebile le mura e le attrezzature della sede. Almeno 20 cm d’acqua hanno danneggiato le strutture dell’immobile, che ha richiesto addirittura la sostituzione delle piastrelle e di tutto il mobilio.

Questi 40 anni di attività hanno visto una piccola sezione formata da volontari, raggiungere una professionalità sia a livello d’istruzione di salvataggio sia a quello di ricerca subacquea pari ed in alcuni casi migliore, di affermate società professionali. Tutto questo grazie al lavoro dei soci, al supporto delle autorità ed alla vicinanza e simpatia di tutta la popolazione de Mendrisiotto.

L’augurio nostro è che si possa continuare sempre così e che altri giovani s’interessino alla nostra attività per il conseguimento di una sempre maggior sicurezza nelle nostre acque.